Incontriamo il jazz 2014

Festival Internazionale Bergamo Jazz 2014
Comune di Bergamo – Teatro Donizetti

Incontriamo il jazz
Laboratori rivolti agli alunni delle scuole primarie, medie inferiori e superiori
20 -21 -22 marzo 2014 – Auditorium P.zza della Libertà

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con la CDpM Europe Orchestra
con Sergio Orlandi, tromba, direzione Gabriele Comeglio, sax alto, arrangiamenti
Claudio Angeleri, pianoforte

A partire dall’ottobre 2013 il CDpM ha inaugurato il progetto europeo CDpM Europe di formazione musicale e di interscambi tra docenti e studenti di diverse istituzioni musicali europee. La finalità consiste nell’offrire ai giovani piani di studi musicali di perfezionamento articolati secondo il sistema comunitario EQF (Quadro Europeo delle Qualifiche) abbinati a concerti ed esibizioni nel corso dei quali gli studenti sono affiancati da musicisti affermati nel campo del jazz, della classica e della musica pop e rock. Tra le prime iniziative promosse rientra la creazione di un’orchestra laboratorio che oltre ai componenti base del CDpM di Bergamo vede la partecipazione di alcuni giovani talenti europei provenienti dal Leeds College of Music e dal Malta Summer Jazz Camp. L’orchestra è coordinata dall’arrangiatore e sassofonista Gabriele Comeglio, il pianista Claudio Angeleri e il direttore e trombettista Sergio Orlandi.

L’orchestra propone agli studenti delle scuole elementari e medie inferiori e superiori un laboratorio propedeutico, preparato appositamente per Bergamo Jazz 2014, nel corso del quale si avvicineranno gli alunni al mondo del jazz orchestrale, attraverso analisi ed esempi dal vivo nei corso dei quali si descriverà l’evoluzione stilistica della musica africana/americana negli Stati Uniti. I laboratori sono progettati tenendo presente le diverse età evolutive ed utilizzano un linguaggio adeguato di facile fruizione.

Nei mesi antecedenti l’iniziativa verrà inviato alle diverse scuole partecipanti il materiale didattico necessario per una migliore conoscenza delle tematiche trattate durante i vari incontri.

Scuola Primaria giovedì 20 marzo: ore 9.00 -10.30  (I turno) – 10.35 -12.00 (II turno)

Alla scoperta degli strumenti della big band

Il laboratorio rivolto alle scuole primarie sarà incentrato sulla scoperta dei diversi strumenti musicali che compongono la big band. In particolare verrà evidenziato: il colore e il timbro di ogni famiglia di strumenti (sassofoni, ottoni, sezione ritmica), la tecnica di produzione del suono, il ruolo all’interno della sezione e dell’orchestra.

Successivamente verrà smontato un semplice arrangiamento e, con l’aiuto dei ragazzi, verrà rimontato seguendo alcune semplici indicazioni ritmiche, melodiche e sonore.

Gli studenti saranno accompagnati in un avvincente percorso musicale assumendo un ruolo attivo nella ricollocazione di ogni strumento nell’orchestra e dirigendola loro stessi sulla base della stesura dell’arrangiamento secondo la comune  prassi jazzistica (esecuzione del tema, improvvisazione, background, special).

I bambini saranno infine stimolati a riprodurre graficamente attraverso disegni o testi scritti l’esperienza vissuta.

  • Scuole Medie Inferiori venerdì 21 marzo: ore 9.00 (I turno) – 10.35 (II turno)
  • Scuole Medie Inferiori/superiori sabato 22 marzo: ore 9.00 (I turno) – 10.35 (II turno)

Incontriamo la big band

La big band ha accompagnato l’evoluzione dei diversi stili a partire dai primi anni ‘20 fino ai giorni nostri affermando le figure chiave della musica afroamericana sia in qualità di band leader, sia di arrangiatori e di solisti. Da Fletcher Henderson a Duke Ellington, da Benny Goodman a Count Basie fino a Dizzy Gillespie e Gil Evans, la big band ha sempre rappresentato un laboratorio di sperimentazione musicale. Ancora oggi è una scuola fondamentale per tutti i jazzisti, nella quale si impara a suonare insieme agli altri acquisendo molteplici abilità come la lettura, la gestione dello swing, il suonare in sezione, l’improvvisazione.

Per questo motivo gli incontri offrono, attraverso l’esecuzione dal vivo di una vera big  band, molteplici spunti di riflessione che verranno affrontati con linguaggi ed esempi adeguati alle diverse età pur trattando i medesimi concetti: la struttura a sezioni della big band, le differenze tra composizione, arrangiamento e improvvisazione, l’evoluzione degli stili, i protagonisti della scena jazzistica. Partendo dagli arrangiamenti di Fletcher Henderson eseguiti negli anni dai grandi protagonisti del jazz come Louis Armstrong, Coleman Hawkins, Roy Eldrige costituendo successivamente il repertorio del clarinettista Benny Goodman, si giungerà a Duke Ellington, pianista, compositore e band leader di valore assoluto.

In particolare Ellington ha attraversato tutte le epoche del jazz, dal jungle stile del Cotton Club fino alle suite estese della fine degli anni ‘60 pur mantenendo inalterata la sua personale cifra stilistica, e consente quindi di toccare tutta l’evoluzione stilistica del jazz.

Sia Ellington sia Goodman hanno valorizzato inoltre la figura dell’arrangiatore che, sebbene non suonasse nella big band, ne era parte fondamentale e imprescindibile. Basti pensare a Billy Strayhorn, che attuò una simbiosi tale con Ellington al punto che spesso è impossibile individuare chi sia il vero arrangiatore e compositore trai due. “Take the A Train”, ad esempio, è stata per lunghi anni la sigla della big band di Ellington, ed è una composizione di Strayhorn, ma rappresenta in pieno l’estetica del Duca. Goodman, al contrario di Ellington, si è specializzato soprattutto nei ruoli esecutivi, compositivi e di band leader affidando l’arrangiamento a figure di grande qualità come il già citato Fletcher Henderson e Jimmy Mundy (arrangiatore ricercatissimo e fecondo sia con Goodman ma anche con Count Basie, Gene Krupa, Paul Whiteman e Dizzy Gillespie).

La big band è strettamente legata inoltre alla figura del cantante, considerato inizialmente come un musicista alla pari di tutti gli altri componenti dell’orchestra. Sarà Frank Sinatra a ribaltare i ruoli diventando protagonista per eccellenza al punto che, dopo di lui, molte orchestre prenderanno la denominazione non più dal direttore d’orchestra ma dal cantante solista.